Coronavirus, Lilian Calmejane contro chi si allena: “I professionisti ancora più degli altri devono dare l’esempio”
Lilian Calmejane contro i colleghi che si allenano. Reagendo al video pubblicato dalla Lotto Soudal in cui Tim Wellens condivideva la sua giornata, durante la quale si è allenato regolarmente partendo da Monaco sfruttando la possibilità concessa agli atleti, il portacolori della Total Direct Energie ha sottolineato come sarebbe responsabilità civile dei corridori dare il buon esempio. Malgrado sia tecnicamente possibile, in Francia infatti i corridori non si allenano per decreto ministeriale, direttiva rilanciata dalla federazione e dalle varie squadre in maniera esplicita. Una situazione tuttavia che non riguarda stranieri residenti nel principato evidentemente, che possono dunque muoversi liberamente visto che gli è consentito. Per il corridore francese non è un problema di equità, piuttosto di responsabilità civile per persone che possono essere nella posizione di dare esempio.
“I professionisti ancora più degli altri devono dare l’esempio – ha dunque commentato sui social, in maniera più pacata rispetto alla prima reazione al “vergognoso” video in cui definiva “inaccettabile” il fatto che il belga andasse “impunemente fuori in periodo di isolamento” – L’isolamento sociale è la soluzione che è stata scelta nel nostro paese dal Governo. Rispettiamo le regole e mostriamoci solidali evitando il più possibile le disparità e le disuguaglianze. Liberté, égalité, fraternité…”
Il tweet in due parti si conclude ricordando come il coronavirus è un problema che riguarda tutti: “Siamo tutti coinvolti, da vicino o da lontano da questa crisi sanitaria e lo sport è qualcosa di irrisorio in questi casi. Tutti i giorni i nostri nonni, genitori, amici o figli possono essere colpiti. Il virus uccide e questo è un dato di fatto“.
Il suo appare come un messaggio innanzitutto legato alla Francia, visto che le regole a cui è sottoposto sono francesi. Un appello comunque valido anche per i colleghi che vivono anche in altri paesi dove ci sono limitazioni simili, mentre alcune nazioni come il Belgio, ad esempio, l’allenamento è consentito liberamente (tanto che in questi giorni si sono visti maxi-sedute da parte di Oliver Naesen con i suoi 365 chilometri, mentre Thomas De Gendt e Jasper De Buyst hanno percorso trecento chilometri in omaggio alla Milano-Sanremo annullata). In altri paesi come la Gran Bretagna i professionisti possono allenarsi, mentre, così come in Germania, esperti danno consigli per aumentare gli spostamenti in bicicletta per questioni di salute.
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